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Dino il cinghiacorno

di Dino C.


Ciao a tutti, mi chiamo Dino e sono un Cinghiacorno!

Premetto che non mi piace guidare nessun automezzo o ciclomotore, tutti i miei spostamenti avvengono solo a piedi. Sono un ometto di quasi 48 anni e ho smesso di giocare a calcio perchè non mi dava molte soddisfazioni; per questo motivo ho iniziato a correre con il mio vicino di casa, Fabio. L' appuntamento erq fisso per tutti i pomeriggi e la domenica mattina cercavamo di raggiungere una chiesa situata su una collina vicino a casa mia, a La Spezia. Da lì non ci siamo più fermati, fino a quando, per lavoro sono stato imbarcato su una nave. Ma anche nei porti delle città in cui attraccavo, trovavo sempre il tempo per una corsa, puntando a castelli o chiese.

Mi sono sposato e sono andato a vivere alle pendici delle Apuane, nella città del marmo: Carrara. Qui ho conosciuto Francesco, che ha cercato di insegnarmi la tecnica nella corsa, con pessimi risultati. Ho scoperto quelle noiose ma utili "pillole magiche": le ripetute. Poi sono arrivate le prime gare, le prime posizioni lontane dal podio, ma non importava: volevo solo correre e divertirmi.

Poi ho conosciuto il mio mental coach, Gianni. Tutti dovrebbero avere un mental coach! Grazie a lui, si è aperto per me il mondo della regina: la maratona. Ma non ero un "fighetto da km/h", avevo fame di qualcosa di diverso. Mi mancava la libertà di correre senza il peso del tempo. Un giorno, durante la pausa di lavoro, vidi passare un fulmine: un ragazzo che correva fortissimo. Quel cinghiale-unicorno era Riccardo, il capo branco dei Cingiaunicorni. Da quel momento, ho iniziato a correre e camminare solo sui sentieri.


La mia prima gara ufficiale di trail è stata la famigerata Ronda Ghinellina da 45 km. Da quando l'ho scoperta, non ne ho più fatto a meno e l'ho corsa per ben tre edizioni. La prima volta fu in compagnia di Rick, che non mi abbandonò mai, tra fango e discese difficili. Tempo finale: 6h51. Alla fine della gara gli dissi: "È stato surreale, bellissimo. Quando la rifacciamo?"

Il trail mi ha regalato forza mentale e spensieratezza. La mattina presto, con il buon Michele, gran compagno di avventure (anche un po' pazze), ci svegliavamo alle 4 per attraversare Castelpoggio, una zona collinare sopra Carrara, e raggiungere il lavoro dopo 18 km di corsa. Il premio? Un bel panino con bresaola e parmigiano al Bakery.


Di notte salivamo sul Monte Sagro per nutrirci di pace e del silenzio della natura dormiente. Il trail è voglia di immergersi di tutto ciò che ci circonda: fiori, animali, fiumi. Ma soprattutto, unisce e rafforza la mente.

State FLU!



 
 
 

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